Il progetto di dichiarazione d'intenti LO-LCR

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Da "lutte de classe" n° 39 (documenti sulle Elezioni europee del 1999 - il progetto di lista comune LO-LCR)
Dicembre 1998

Lista Lutte Ouvrière-Ligue Communiste Révolutionnaire
guidata da Arlette Laguiller e Alain Krivine
Per l'Europa, delle misure radicali contro la disoccupazione !

L'Europa unita, senza frontiere tra i popoli, questo è l'avvenire. Ma l'Europa che pretendono costruire non ha niente a che vedere con gli interessi dei lavoratori, dei disoccupati, dei giovani. E' al servizio degli industriali e dei gruppi finanziari. La loro Europa è quella dello sfruttamento, una fortezza delle multinazionali, degli Elf, Shell, Bouygues, Thomson, Siemens, Alcatel. E' concepita per accrescere i profitti a spese dei loro propri salariati come dei popoli dei paesi poveri.

La loro Europa non è democratica. Il parlamento europeo è solo un paravento per il potere discrezionale della "commissione europea" nata dai mercanteggiamenti tra i governi e sottomessa alle potenze del denaro. Però l'Europa di cui hanno bisogno i salariati, i disoccupati, i giovani, è :

- Un'Europa dei diritti democratici, dove le popolazioni controllano le decisioni.

- Un'Europa dei diritti uguali, a cominciare dal diritto di voto per tutti quelli che ci vivono, lavorano, studiano. Tutte le leggi discriminatorie vanno soppresse. Tutti i "senza-visto" vanno regolarizzati.

- Un'Europa dell'uguaglianza reale, sociale e civica tra uomini e donne.

- Un'Europa dove l'aborto sia libero e gratuito dappertutto.

- Un'Europa rispettosa dell'ambiente, che controlli le industrie inquinanti, che esca dal tutto-nucleare, mentre la logica capitalistica del profitto massimo sacrifica la natura così come sacrifica le donne e gli uomini.

- Un'Europa che annulli i debiti del terzo mondo , già rimborsati parecchie volte ai banchieri, un'Europa che pianifichi lo sviluppo con i paesi del Terzo-Mondo, mirando a soddisfare i bisogni fondamentali di tutti.

L'Europa che si costruisce oggi, con più di 20 milioni di disoccupati e più di 60 milioni di poveri, è malata di disoccupazione, di disuguaglianza, di miseria, di razzismo.

Eppure non sono le frontiere che ci proteggono dalla disoccupazione. I nostri governi non hanno aspettato l'euro e i trattati europei per imporre una politica d'austerità. Le politiche che portano alla moneta unica, la banca centrale, e i trattati europei di Maastricht e Amsterdam, hanno generalizzato e coordinato su scala europea la riduzione delle spese sociali.

Si sono accordati per una moneta unica, ma per questo hanno scelto di prendersela, non con le grandi fortune, ma con le classi lavoratrici, a sfavore dei posti di lavoro e dei salari, privatizzando e smantellando i servizi pubblici, imponendo una politica agricola che non prende in considerazione né le popolazioni rurali, né la fame nel mondo.

A destra, siano essi per più Europa o meno Europa, sono per la stessa politica filopadronale che colpisce gli sfruttati e gli oppressi. In quanto a Le Pen, è per noi tutti il peggiore nemico : vuole aggravare questa politica attaccando ancora di più i lavoratori, a cominciare dagli immigrati.

Ma il governo Jospin, come i precedenti, rifiuta di attingere agli enormi profitti delle grandi imprese, unico modo però per finanziare la creazione di impieghi utili, in numero sufficiente per riassorbire la disoccupazione e la precarietà.

Il governo Jospin sta moltiplicando i regali al grande padronato che prosegue nel licenziare e nel generalizzare il lavoro precario e l'imposizione del tempo parziale, le cui prime vittime sono i giovani e le donne. I pensionati vengono sempre più tassati e costretti a pagare di più alla previdenza sociale, mentre dalla parte dei ricchi l'imposta sulle grandi fortune rende meno del canone per la televisione. Le promesse non sono state mantenute : il governo prosegue nell'applicazione del piano Juppé, sta privatizzando la Air France e la France Telecom, rifiuta di aumentare i sussidi sociali minimi. La sua politica, convergente con il "patto di stabilità" europeo, impone un'austerità perpetua. Non è serio pretendere di "riorientare l'Europa", pur sostenendo la politica di questo governo, come fa il Partito comunista che alza la voce solo il tempo di un'elezione, senza contrastarlo davvero.

Il grande sciopero dell'autunno 1995, il movimento dei disoccupati e le loro marce europee hanno manifestato il rifiuto della logica capitalistica e suscitato simpatia in tutta Europa. Sarà la lotta collettiva dei salariati, dei disoccupati, senza frontiere, sulla base di obiettivi comuni, a difendere gli interessi della schiacciante maggioranza della popolazione.

Per porre fine al dramma individuale e collettivo rappresentato dalla disoccupazione totale o parziale di più di cinque milioni di lavoratori in questo paese, occorre togliere al padronato e ai finanzieri il controllo assoluto dell'economia. I profitti accumulati dalle grandi imprese debbono servire a sopprimere la disoccupazione, invece di alimentare i circuiti finanziari che minacciano di condurre l'economia ad una catastrofe maggiore.

Occorre :

- Smettere tutti i regali dello Stato al gran padronato : sovvenzioni, sgravi fiscali, diminuzione della parte padronale negli oneri sociali;

- Utilizzare il denaro così risparmiato perché lo Stato ricrei occupazione nella sanità, nei trasporti pubblici, nella pubblica istruzione;

- Dare la precedenza a servizi pubblici di qualità, smettere la loro privatizzazione ed estendere il settore pubblico alle imprese che traggono profitti dai bisogni elementari della popolazione : distribuzione dell'acqua, industria farmaceutica...

- Vietare i licenziamenti collettivi. Le imprese che fanno miliardi di profitti e licenziano lo stesso, non devono rimanere nelle mani dei padroni, vanno requisite;

- Imporre in tutta Europa la riduzione massiccia del tempo di lavoro settimanale, dalle 35 ore alle 30 ore senza diminuzione di salario, senza una flessibilità che permette ai padroni di cambiare gli orari di lavoro a loro piacere;

- Allineare i contratti collettivi al livello delle migliori condizioni salariali e di lavoro in Europa. Bisogna sopprimere le attuali disparità che mantengono la concorrenza tra i lavoratori, garantire un salario minimo europeo che sia al livello del paese dove è più alto.

Occorre tassare molto di più gli alti redditi e tassare pesantemente i profitti speculativi. Occorre mettere sotto controllo tutto il sistema bancario e la Banca centrale europea. E per fare sì che queste misure non rimangano sulla carta, occorre rendere pubblici i reali conti delle grandi imprese, come i conti in banca dei loro grandi azionisti, affinché i salariati, i consumatori, tutta la popolazione, possano avere un controllo sul loro funzionamento oggi segreto. Questo sarebbe, allo stesso tempo, il miglior modo di porre fine agli scandali politico-finanziari.

Votare per la lista Lutte Ouvrière - Ligue Communiste Révolutionnaire é ;

- Approvare una politica di misure radicali per fare pagare la crisi a chi ne è responsabile e ne approfitta, e non alle popolazioni.

- Affermare che bisogna togliere ai capitalisti il loro controllo sull'economia per avere un'Europa senza disoccupazione e senza miseria.

- Votare il più a sinistra possibile, e anche un modo radicale di dimostrare la sua opposizione alla destra, di fare da contrappeso all'estrema destra.

- Esprimere la propria opposizione decisa alla politica attuata dal governo.

- Opporsi chiaramente ad ogni ripiegamento nazionalistico. I lavoratori di tutti i paesi hanno gli stessi interessi e l'unica frontiera da considerare è quella che separa gli sfruttatori dal mondo del lavoro.

Votando per la lista guidata da Arlette Laguiller e Alain Krivine, potete eleggere al Parlamento europeo delle donne e degli uomini che in quella sede difenderanno gli interessi dei lavoratori, rimarranno fedeli ai loro impegni e saranno accanto a voi per preparare le lotte collettive di domani.