16 luglio 2003-La Ligue Communiste Révolutionnaire alla direzione nazionale di Lutte Ouvrière.

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Carteggio Lutte Ouvrière-Ligue Communiste Révolutionnaire
giugno-settembre 2003

Cari compagni,

E' con grande interesse che abbiamo letto la vostra lettera del 28 giugno 2003. In effetti, dopo i vostri rifiuti successivi di presentare liste o candidati comuni alle comunali del 2001, all'elezione presidenziale del 2002, e alle legislative del 2002, sembra, questa volta, che proponete una discussione seria per esplorare le possibilità di azione comune in occasione delle prossime scadenze elettorali.

Si tratta di un cambiamento di posizione che accogliamo positivamente.

Come sapete, e come lo indica il progetto di tesi del nostro prossimo congresso, "abbiamo disaccordi programmatici e divergenze di orientamento politico ma l'unità d'azione con Lutte Ouvrière costituisce una preoccupazione permanente" e una delle dimensioni della nostra politica. E' in questo senso che tanto nelle elezioni che nelle lotte, noi siamo attenti, ogni volta che ciò è possibile, a scambiare punti di vista e valutare le possibilità di azione comune. Questo è una costante della nostra politica dalle elezioni europee del 1999, quando abbiamo riuscito una campagna comune e ottenuto l'elezione di cinque deputati al parlamento europeo.

Ma una discussione seria tra organizzazioni rivoluzionarie esige in primo luogo mutuo rispetto.

Ora alcuni termini o caratterizzazioni della vostra lettera sono inaccettabili. Sulla questione della consegna di voto al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2002, voi dite : "consideriamo la vostra attitudine come un tradimento delle vostre idee e delle nostre". Più avanti, spiegate "voi vi siete, con questo pretesto, piazzati nella corrente della maggioranza di Chirac". Addirittura !

Delle due cose l'una: "o noi siamo dei traditori chiracchiani" e Lutte Ouvrière fa prova di una inconseguenza totale, perché come mai una tendenza comunista proletaria potrebbe discutere di eventuali azioni comuni con degli chiracchiani !

Oppure discutiamo azioni comuni, e tutto ciò che rileva più dell'insulto che del giudizio politico deve essere bandito dalle nostre relazioni. Si tratta di discussioni tra organizzazioni rivoluzionarie. Quanto alla sostanza politica, discutiamone !

E' vero che abbiamo disaccordi programmatici e divergenze circostanziali, come quelle delle indicazioni di voto al secondo turno dell'elezione presidenziale.

Come lo riconoscete voi stessi, non abbiamo invitato a "votare Chirac", né d'altronde al voto bianco o all'astensione. Abbiamo detto che "bisogna battere Le Pen nelle piazze e nelle urne".

Si poteva discutere tale o tal altra formulazione per il voto del secondo turno della presidenziale, formulazione necessariamente intrappolata dalla logica dei voti a due turni della quinta Repubblica, ma si trattava di una questione tattica. Poiché per noi, l'essenziale, era, in quel momento, di operare per favorire la mobilitazione unitaria contro Le Pen e il pericolo fascista. Le indicazioni di voto dovevano adattarsi a quest'obiettivo prioritario. Ed è su questo punto che c'è una divergenza tra le nostre due organizzazioni.

Per la LCR, e le prossime scadenze elettorali rischiano sfortunatamente di dimostrarlo una nuova volta : la crisi sociale, politica, istituzionale e il discredito dei partiti tradizionali, sono tali che il Fronte nazionale può, in alcune condizioni, sfruttare la situazione, per sfondare e giocare un ruolo centrale. E in questo tipo di situazione, l'esperienza storica e la fedeltà alle nostre idee ci porta a mettere al centro la lotta antifascista, la battaglia per la mobilizzazione unitaria dell'insieme dei lavoratori, della gioventù e delle loro organizzazioni per la difesa dei loro diritti sociali e democratici. Voi siete liberi di valutare che il Fronte nazionale non costituisce un pericolo. Ma molto più grave é il fatto che vi siete opposti a questo movimento di massa, denigrandolo e assimilandolo ad un'operazione politica di sostegno... a Chirac. E per quanto ci riguarda, opporsi ad un movimento di massa antifascista, costituisce un errore ben più importante di tale o tale altra formulazione per la consegna di voto!

Una prova supplementare che la consegna di voto è una questione tattica, è il fatto che questa non ha in nessun modo diviso il movimento di scioperi nella primavera 2003 tra quelli che avevano votato Chirac e quelli che si erano astenuti. Centinaia di migliaia di scioperanti e, tra di loro, i non meno combattivi, hanno, con la morte nell'anima sicuramente, votato per Chirac.

Seconda questione che voi sollevate, quella dell'antiglobalizzazione. Ma come, dopo le manifestazioni di centinaia di migliaia di giovani nel mondo, dopo l'emergenza di nuovi movimenti contro la mondializzazione capitalista e la guerra, potete ancora praticare la politica della poltrona vuota in queste mobilitazioni ? Non credete che c'è un legame tra gli scioperi, le mobilizzazione sociali, in particolare del personale dell'educazione nazionale e questo movimento ? Quante discussioni ci sono state, nelle assemblee generali, sulla mondializzazione, i rapporti tra il liberalismo e l'educazione, sulla questione delle privatizzazioni, ecc... Pensate veramente che queste mobilitazioni di migliaia di giovani possono ridursi a manifestazioni di correnti piccolo borghesi ?

Terza questione, quella del partito. In effetti si tratta di una questione fondamentale. Noi siamo un'organizzazione marxista rivoluzionaria, ma pensiamo che la fine di tutto un ciclo storico dominato dallo stalinismo e dalla socialdemocrazia, pone il problema di un nuovo partito. Di più, la situazione politica francese, con lo sviluppo delle lotte sociali, il declino accelerato del PCF, l'evoluzione social liberale della socialdemocrazia, l'emergenza di nuove generazioni di lotta pone il problema con maggiore acutezza. I risultati eccezionali dell'estrema sinistra alle ultime presidenziali come il ruolo dei rivoluzionari nelle lotte gli conferiscono una particolare responsabilità. Si tratta di provare oggi, sulla base di un piano di emergenza sociale e democratico, di un programma transitorio anticapitalistico, a riunire tutti i militanti, le correnti, le organizzazioni che si schierano sul terreno della lotta di classe. Certo, noi non proponiamo un nuovo partito sulla totalità del nostro programma, ma come l'abbiamo affermato numerose volte, si tratta di costruire un partito che difenda fino in fondo gli interessi dei lavoratori, rigettando tutte le politiche di collaborazione di classe, e che si collochi in una prospettiva di rottura col capitalismo. Così come, quando utilizziamo la referenza "100% a sinistra", partiamo dall'aspirazione di settori importanti della classe operaia e del popolo di sinistra per chi, storicamente, la sinistra, è la soddisfazione delle loro proprie rivendicazioni, e opponiamo questo sentimento alla politica delle direzioni della sinistra ufficiale. Siamo convinti che questo tipo di formula non costituisce un'alterazione del nostro programma ma indica ciò che siamo e dove ci troviamo. E' il mezzo per stringere un dialogo fecondo con le classi popolari che hanno ancora illusioni sulla sinistra e che votano nella loro maggioranza a sinistra. Questa è la nostra concezione di una nuova forza anticapitalista. E' in questo senso che noi articoliamo una prospettiva anticapitalistica e le lotte femministe, ecologiste, o per un altro mondo. Si tratta di prendere in conto le specificità di queste lotte e nello stesso tempo di dare loro un'orientamento anticapitalistico. In effetti, se la sostituzione del capitalismo con una società socialista democratica è una condizione fondamentale per liberare l'umanità dallo sfruttamento e da tutte le oppressioni, l'esperienza storica mostra che ciò non basta e che bisogna definire anche obiettivi e mezzi specifici contro tutte le oppressioni. Per esempio si tratta del senso che noi diamo alla costruzione di un movimento autonomo delle donne.

Infine, più recentemente, in occasione delle mobilizzazione sociali della primavera 2003, potremmo discutere anche delle divergenze tra le nostre due organizzazioni. Non ne avete parlato nella vostra lettera. Forse sono secondarie per voi, vale a dire che più o meno, la LCR e i suoi militanti si sono globalmente opposti al progetto Fillon e al governo Chirac-Raffarin. Non credete che, alla luce di quanto abbiamo fatto nelle ultime lotte, le accuse di "tradimento" o di "chiracchiani" sono assurde e disqualificano il giudizio portato nella vostra lettera ?

Ma se facciamo una vera discussione sull'intervento dei rivoluzionari nelle ultime lotte, questa -come si è fatto in occasione del dibattito LO-LCR alla vostra festa- farà apparire le convergenze e le divergenze tra le nostre due organizzazioni. Le convergenze - non trascurabili in questo tipo di situazione- sono di spingere nello stesso senso, di difendere le stesse rivendicazioni, quelle del movimento, di mobilitare, di estendere e provare a generalizzare gli scioperi. Ma ci sono anche delle divergenze. Siamo stati sorpresi dalla vostra opposizione all'obiettivo di uno sciopero generale per esigere il ritiro del piano Fillon. Sembra anche, scondo quanto ha riportato la stampa, che uno dei vostri dirigenti abbia dichiarato che si trattava "di un'asineria della LCR". Davvero, mentre centinaia di migliaia di manifestanti scandivano questa parola d'ordine e i dirigenti sindacali si opponevano frontalmente ? La divergenza su questo punto porta forse su una questione di parole : tra sciopero generale e generalizzazione degli scioperi. Ma forse ci sono stati apprezzamenti divergenti sulla dinamica del movimento e sulla possibilità per il movimento di porre praticamente tale questione ? I nostri compagni insegnanti hanno discusso anche delle modalità di organizzazione della coordinazione del coordinamento delle scuole in lotta. Noi abbiamo insistito fin dall'inizio per costruire una direzione del movimento unitaria e democratica. Ciò supponeva di combinare l'autoorganizzazione degli scioperanti e l'unità dei sindacati presenti nella lotta. Ciò implicava anche coordinamenti che rappresentassero delegati eletti dal personale riunito in assemblee generali e col mandato di queste. Voi non avete creduto opportuno seguire questa strada, e avete trasformato i coordinamenti in assemblee di tutti e di tutte quelle che volevano parteciparvi senza rispettare le regole elementari di democrazia. Cosa che vi ha portato qualche volta a prendere iniziative rischiose. Queste divergenze rinmandano certamente a disaccordi su questioni come la democrazia o i rapporti con le organizzazioni sindacali...

Sappiate anche che, come voi, "noi non abbiamo alcuna intenzione di imporvi le nostre proprie idee e le nostre proprie formule ma non accetteremo il contrario" e che se da parte nostra abbiamo ben capito che la vostra lettera presenta "il quadro ed i limiti" di un accordo per LO, la LCR vi indicherà dopo il suo CC di settembre, quello che per noi traccia "il quadro ed i limiti" di quella che dovrebbe essere una base politica, che sottometteremo alla discussione pubblica, che permetta di condurre efficacemente le due campagne elettorali dell'anno prossimo.

Non crediamo di aver elencato tutte le questioni politiche sollevate nella vostra lettera, né delle divergenze che indichiamo tra le due organizzazioni.... Ma sappiate che abbiamo, anche noi, numerosi disaccordi, che spiegano d'altronde il fatto che siamo due organizzazioni separate e che spesso è difficile agire insieme...

Ma pensiamo anche che queste divergenze non sono ostacoli insormontabili per l'azione comune nelle elezioni o nelle lotte. Abbiamo posizioni politiche che convergono nelle lotte contro il padronato ed il governo, delle reazioni comuni di fronte alle lotte per le libertà democratiche, contro la guerra, contro le politiche delle classi dominanti su scala europea intorno a rivendicazioni come il divieto dei licenziamenti, la difesa del servizio pubblico, delle pensioni e della previdenza sociale. Per finire, siamo due organizzazioni che agiscono in completa indipendenza da tutti i governi, compreso quello della sinistra plurale. Ciò rappresenta un buon numero di questioni che permettono di formulare prese di posizione comuni anche se ognuna delle nostre organizzazioni lo fa con il suo orientamento ed il suo stile. Ciò rappresenta anche un buon numero di differenze tra, da un lato, le nostre due organizzazioni e, dall'altro, le altre organizzazioni dell'ex sinistra plurale.

Come vedete, sono queste considerazioni che ci portano ad esplorare le possibilità di azione comune e di un accordo elettorale per le prossime elezioni regionali ed europee in una situazione che dà alle nostre due organizzazioni responsabilità particolari.

E' con questo stato d'animo che affronteremo una discussione con la vostra organizzazione. Sull'insieme delle questioni politiche ed organizzative legate alle campagne elettorali delle regionali e delle europee, avremo una prima discussione al nostro comitato centrale di settembre, ed è il nostro congresso di fine ottobre che deciderà le disposizioni definitive per le due campagne elettorali. Vi proponiamo dunque di iniziare la discussione fin dal mese di settembre 2003.

Ricevete i nostri saluti rivoluzionari.

Per la LCR :

Léonce Aguirre e François Sabado