Nelle elezioni... e dintorni

Yazdır
Testi del 33 congresso di Lutte Ouvrière (da "Lutte de classe" n 77)
dicembre 2003

Reclutare e formare militanti comunisti rivoluzionari che siano legati alle preoccupazioni, alle aspirazioni del mondo del lavoro, compresi i suoi strati più sfruttati, resta l'asse principale nella nostra attività. Questo è quanto cerchiamo di fare con perseveranza e utilizzando tutte le occasioni per far conoscere largamente le nostre idee ed il nostro programma e, soprattutto, di dimostrarne il valore (sottolineato da noi, NDLR)."

Questa è dunque la prospettiva che traccia il rapporto su "la situazione interna". Siamo d'accordo. Ma ciò richiede uno sviluppo. Poiché si tratta "soprattutto, di dimostrarne il valore", una domanda si pone immediatamente e legittimamente : come farlo nell'anno prossimo, poiché il congresso è fatto per definire i nostri orientamenti ed i nostri compiti nei dodici prossimi mesi ?

Reclutare e formare dei militanti comunisti rivoluzionari dipende certo innanzitutto dal lavoro individuale di ogni militante per diffondere le sue idee intorno a lui o a lei. E dimostrare il valore di queste intervenendo, in particolare nel suo ambito di lavoro, a fianco di quelli che subiscono l'ingiustizia, l'oppressione o lo sfruttamento nelle loro lotte quotidiane. E' la nostra attività di base, fondamentale, quella sulla quale poggia tutta la politica di un'organizzazione rivoluzionaria come la nostra, che bisogna continuare "con perseveranza" nell'anno prossimo... come, senz'altro, in molti di quelli che seguiranno.

Un partito, anche solo delle dimensioni di LO, non può ciononostante limitarsi a questo. Per un'organizzazione come la nostra "utilizzare tutte le occasioni per far conoscere largamente le nostre idee ed il nostro programma", vuol dire non mancare nessuna campagna con intervento su scala nazionale che permetterebbe di far apparire una forza che incarni le idee rivoluzionarie e quindi dia speranza nella loro efficacia. In effetti, chi può porre la sua fede in idee che non sono portate da nessuna forza tangibile ?

Le campagne elettorali che occuperanno largamente il primo semestre del 2004 rispondono d'altronde a questo duplice obiettivo : approfittare dei mezzi eccezionali che queste offrono per diffondere idee e programma ma anche per mostrare che l'estrema sinistra esiste, ed è capace di ottenere un buon risultato e se possibile degli eletti (cosa che consacra oggi il successo politico per la gente ordinaria). Queste due campagne elettorali bastano a riempire l'orizzonte dei dodici prossimi mesi ? Ci sembra che sarebbe troppo poco. Per diverse ragioni.

Innanzitutto un partito operaio rivoluzionario non può apparire (anche se lo deve fare, evidentemente) su scala nazionale solo in occasione delle campagne elettorali. Il suo terreno è quello della lotta di classe laddove si pongono i problemi della vita quotidiana dei lavoratori. Esso deve quindi portare avanti campagne e se possibile intervenire su questi problemi anche al di fuori delle elezioni, e con la stessa intensità che per le elezioni. Almeno sui problemi che giudica primordiali poiché, è vero, le nostre forze limitate non ci permettono di far fronte a tutti.

Un'altra ragione è lo stato attuale del movimento operaio. La liquefazione del PCF ha creato un grande vuoto politico. Ha spinto dei militanti ad abbandonare l'attività (il che non vuol dire necessariamente la preoccupazione di sapere come i lavoratori potrebbero rispondere agli attacchi padronali); ne ha spinti altri, giovani o vecchi, anziani del PC o no, ma tutti resi diffidenti nei confronti della politica, a rifugiarsi nella sola attività sindacale con tutti i suoi limiti ; ne ha incitati alcuni di questi a cercare comunque un surrogato che permetta di fare politica senza partito politico, il movimento altromondista è oggi il surrogato più di moda (ed anche capace, in occasione dei suoi forum sociali, di campagne se non efficaci almeno spettacolari); dato infine alle confederazioni sindacali, CGT in testa, un pretesto di più per reclamare il monopolio della rappresentanza dei lavoratori, escludendo i partiti politici che da parte loro vorrebbero limitarsi, appunto, alle elezioni.

Degli interventi nazionali (e con questo intendiamo certo manifesti, volantini, meeting ma anche proposte ai militanti e organizzazioni che si riferiscono alla classe operaia, sindacalisti, partiti, se non addirittura associazioni, di discutere di quanto sarebbe opportuno fare, addirittura di cominciare a organizzarlo insieme ; in linea di massima, anche se nei particolari tutto è da discutere, quello che il testo intitolato "le nostre possibilità di intervento di fronte alla generalizzazione dei piani di licenziamenti e di soppressione di posti di lavoro" ha cominciato a discutere) permetterebbero di far apparire l'organizzazione rivoluzionaria come pretendente non solo alla partecipazione ma alla direzione delle future eventuali lotte. Poiché è nostro obiettivo, affermiamolo !

Anche se durante i sei prossimi mesi tutta la nostra energia sarà dedicata alle campagne elettorali, bisogna prevedere fin da ora, parallelamente o almeno in seguito alle elezioni, delle apparizioni nazionali sui due argomenti cruciali per il mondo del lavoro e sui quali si concentrano gli attacchi governativi e padronali : la disoccupazione e i licenziamenti e la demolizione di una Previdenza Sociale già insufficiente.

Un'apparizione nazionale dei rivoluzionari su tali questioni non basterebbe certamente ad innescare le lotte necessarie. Ma cambierebbe le condizioni nelle quali approderemo a queste eventuali lotte. Se avessimo condotto una campagna nazionale che facesse conoscere le nostre idee ed il nostro programma a proposito della riforma Raffarin durante i primi mesi di quest'anno, ciò non avrebbe sicuramente rafforzato il movimento di maggio-giugno sulle pensioni, e senz'altro neanche cambiato fondamentalmente il suo corso. Ma ciò avrebbe facilitato il nostro intervento in questo movimento presso i lavoratori di base come presso i militanti sindacalisti o politici.

Per finire, non è naturale dare un prolungamento a campagne elettorali centrate essenzialmente su questi argomenti ? Ci è stato spesso rimproverato di "sparire" una volta finite queste. Questi rimproveri sono in gran parte in malafede, poiché questa scomparsa non dipende tanto da noi quanto dai mass media che giudicano meno utile accoglierci. Ma una campagna nazionale sul problema del giorno è un modo per non sparire, in ogni caso agli occhi della nostra classe, ma al contrario di rivolgerci largamente ad essa, con o senza l'aiuto dei mass media.

Mozione, eventualmente da aggiungere al testo "la situazione interna"

Dimostrare il valore delle nostre idee e del nostro programma passa innanzitutto tramite l'attività quotidiana di ognuno dei militanti, ma anche tramite l'intervento e l'apparizione su larga scala dell'organizzazione rivoluzionaria.

I sei primi mesi dell'anno saranno certo largamente occupati da due campagne elettorali che sono occasioni particolari di questa apparizione. Ma per non dare una falsa visione degli obiettivi come dell'attività del partito rivoluzionario, essa deve svolgersi anche e innanzitutto sui terreni della lotta di classe, i quartieri e le imprese, e portare sui problemi del mondo del lavoro più acuti del momento, oggigiorno per esempio quello della disoccupazione e dei licenziamenti, oppure della Previdenza Sociale.

Si possono dunque prevedere parallelamente alla campagna elettorale, o in ogni caso sulla sua scia, campagne ed interventi su scala nazionale su queste due questioni (a meno che lo sviluppo degli attacchi padronali e governativi ne faccia venire altri in primo piano), centrati in direzione dell'insieme dei lavoratori ma anche più specificamente dei militanti e delle organizzazioni del movimento operaio, difendendo nei loro confronti il programma e gli obiettivi dei rivoluzionari, ma proponendogli anche di preparare insieme le lotte necessarie.

9 novembre 2003