Nessun accordo !

Yazdır
Testi del 33 congresso di Lutte Ouvrière (da "Lutte de classe" n 77)
dicembre 2003

Nella lettera che abbiamo indirizzato alla LCR a fine giugno, abbiamo fornito tutte le ragioni che dovrebbero spingerci a non firmar accordi con lei.

Non si tratta di disaccordi che abbiamo sul piano politico o sul piano della costruzione del partito. Questi disaccordi non ci hanno impedito nel passato di presentarci insieme e questi disaccordi non hanno cambiato di natura in questi anni al punto da impedirci di rifarlo.

Alle ragioni che avevano impedito un accordo alle elezioni comunali (la loro ricerca di partner introvabili alla sinistra della sinistra, rivelatrice del loro orientamento politico e sociale) e all'elezione presidenziale (la loro volontà di discutere il nostro programma elettorale), si è aggiunto il fatto che si sia accodata al campo della "maggioranza che ha eletto o piuttosto plebiscitato Chirac".

Questa è la ragione principale che ci ha fatto rifiutare ogni accordo per le legislative, e finalmente ogni discussione, poiché non si può certo parlare di discussioni a proposito dei due incontri tra le nostre due organizzazioni.

La LCR non ha fatto marcia indietro sul suo atteggiamento. Anche se ne avesse fatto una critica, ciò non sarebbe una garanzia contro una tale vigliaccheria politica in futuro ; ma almeno goderebbe di un pregiudizio un po' più favorevole.

Noi le abbiamo scritto che "eravamo quasi unanimi a Lutte Ouvrière, eccetto forse alcuni compagni della Frazione, ad essere felici di non aver presentato una candidatura comune al primo turno, per vedere, 48 ore dopo, le nostre due organizzazioni separarsi su un punto politico cruciale poiché, da parte nostra, consideriamo il vostro atteggiamento come un tradimento delle vostre idee e delle nostre". Cosa ci dice che un tale atteggiamento non si ritroverà sotto una forma o l'altra all'indomani delle regionali ? La pressione che noi esercitiamo legando l'accordo per le europee al rispetto dell'accordo alle regionali ? Questo pesa poco sulla LCR e sui suoi militanti di fronte alle pressioni che subiscono da parte dei loro ambienti, e più largamente dell'ambito "di sinistra".

Nel giugno 2002, al momento delle legislative abbiamo considerato che troppe cose ci separavano dalla LCR, ed in particolare il suo atteggiamento al secondo turno, per fare un accordo con lei. Auspicavamo anche che tutti gli elettori ascoltassero quanto avevamo da dire senza dare, invitando a votare per i loro candidati, nessuna legittimazione a quanto essi avrebbero detto di diverso. Questo non dovrebbe essere cambiato. Liste comuni su un programma comune sono differenti da una ripartizione, ma in fondo ciò non cambia granché.

Loro non sono cambiati, e neanche noi. Abbiamo fatto abbastanza esperienze dei loro voltafaccia, delle loro compromissioni, dei loro tradimenti delle idee rivoluzionarie ; ad un certo punto, troppo è troppo. Bisogna tirare le conclusioni da queste esperienze, per noi e per il nostro pubblico, e non nasconderle. Vedremo bene se nelle imprese, nelle lotte, possiamo ritrovarci con i militanti della LCR per "tirare il carro nello stesso senso". Gli scioperi della primavera nell'educazione nazionale e più recentemente il conflitto sul velo islamico al liceo Henri-Wallon di Aubervilliers hanno mostrato che neanche in questo caso ciò è semplice, e che le nostre divergenze non sono soltanto tattiche.

Abbiamo giustificato nell'organizzazione le proposte fatte alla LCR con questi argomenti principali :

1) Se ci presentiamo insieme ci faremo sentire più fortemente poiché saremo due organizzazioni a difendere lo stesso programma ;

2) I nostri elettori, gli ambienti ai quali ci rivolgiamo, non capirebbero che difendiamo programmi simili su liste separate ;

3) Nell'attuale congiuntura è meglio ottenere un piccolo risultato a due piuttosto che due risultati ancora più piccoli separatamente.

A questo si può obiettare che :

1) Il nostro accordo nella campagna si limiterebbe alla dichiarazione d'intenti. La LCR condurrà la sua campagna che in molti posti sarà lontanissima dalla nostra e dalla dichiarazione d'intenti. I nostri disaccordi si vedranno anche alla televisione al di fuori degli interventi ufficiali. Basta ascoltare Olivier Besancenot alla televisione o leggere quanto distillano nella stampa per misurare tutto quanto ci separa e l'assenza di correttezza di cui fanno prova nei nostri confronti. Sarebbe stupefacente che un accordo tra di noi cambi fondamentalmente le cose.

Abbiamo potuto verificare al momento delle comuali, delle legislative, fino a che punto la voce della LCR in una campagna decentralizzata può essere plurale, e quanto sono numerosi i candidati che non abbiamo nessuna voglia di sostenere. In caso di accordo, ci troveremmo, volente nolente, associati a questa pluralità e sosterremo gente che ci è ostile e di cui non ci fidiamo per niente. E, poiché dopo tutto bisogna prevedere ogni eventualità, prendiamo il rischio di farli eleggere e dunque, in una certa misura, di essere tenuti per responsabili di quello che diranno e faranno in un consiglio regionale o al parlamento europeo.

Il triplice o quadruplice linguaggio della LCR nel corso dei negoziati ha mostrato che se facciamo un accordo, non sapremo veramente con che cosa la LCR è d'accordo. Da parte nostra siamo sicuri che lo applicheremo, ma non abbiamo nessuna garanzia che ciò sarà il caso per i nostri partner ; la direzione avrà firmato, le truppe faranno quello che vorranno.

Se ci presentiamo da soli avremo la migliore dichiarazione d'intenti che siamo capaci di fare, senza nessun compromesso, e sarà letta da altrettanta gente che una dichiarazione d'intenti comune che non potrà soddisfarci interamente. Non dovremo dividere i tempi all'antenna e dunque non dovremo far ascoltare qualcosa che somiglierà più ad una cacofonia che ad una campagna armoniosa e coordinata, né far ascoltare e dare legittimazione (o peggio smarcarci) da cose dette in nome della lista con le quali non saremo d'accordo.

2) In primo luogo non è sicuro che questo sia assolutamente vero. Sicuramente una parte dei nostri elettori e una parte dei nostri simpatizzanti non capiranno perché ricerchiamo un accordo con la Lega. Ce n'è un'altra parte che capisce benissimo : l'abbiamo già detto, gli elettori hanno fatto la scelta tra Besancenot e Arlette. Anche al momento delle comunali, quando ci siamo presentati come concorrenti, hanno saputo scegliere. Anche se ciò fosse completamente vero, da un lato noi potremmo spiegarci e dall'altro niente ci dice che ciò alontanerebbe molti elettori o simpatizzanti poiché questi simpatizzano più con noi e con le nostre idee che con la LCR.

Soprattutto, non abbiamo nessun interesse a lasciar credere che quello che dice la LCR vale quello che noi diciamo, che rappresentiamo la stessa cosa, che Besancenot e Arlette sono equivalenti. Non è vero e non dobbiamo lasciarlo credere.

Non è giusto lasciar credere ad un'estrema sinistra unita mentre in realtà non lo è, e sicuramente non lo sarà in occasione di prossime lotte eventuali.

Quanto a ciò che dice la stampa, non lo dovremmo prendere in considerazione : in ogni caso dirà del male di noi, accordo o non accordo.

3) Abbiamo potuto verificare che non otteniamo con la LCR la somma dei voti che facciamo separatamente. Certo, siccome non possiamo presentarci insieme e separatamente in una stessa elezione, la dimostrazione è impossibile, ed è impossibile anche verificare quale percentuale della somma dei nostri voti raccogliamo in due. Perché questo dovrebbe cessare di verificarsi ? Quindi l'accordo non presenta nessun interesse speciale sul piano elettorale. Non vedo perché sarebbe più vantaggioso raccogliere 2% o 3% insieme piuttosto che 1,5% oppure 2% ciascuno.

Invece, noi ci presentiamo per difendere un programma, per farlo approvare dagli elettori ai quali ci rivolgiamo, e nello stesso tempo gli chiediamo di mostrare il loro accordo col tipo di militanti che intendiamo rappresentare. Il risultato che otteniamo ci permette di misurare il riscontro che la nostra campagna ed i nostri militanti hanno trovato in ogni elezione. Che questo risultato ci faccia piacere o ci rattristi, si tratta di un'indicazione preziosa : è il ruolo "termometro" delle elezioni.

Presentandoci con la LCR, cambiamo il termometro e di conseguenza i risultati non saranno altrettanto significativi. E' preferibile sapere quello che noi, LO, col nostro programma ed i nostri militanti, rappresentiamo nell' opinione popolare. Allo stesso modo non è privo di interesse sapere quello che la LCR, il suo programma ed i suoi militanti rappresentano, anche se dovesse non farci piacere.

Da queste obiezioni risulta la mozione seguente (il congresso della LCR e le sue conseguenze sulle discussioni in corso ci porteranno probabilmente a modificarne i termini).

Mozione

Tenuto conto della politica della LCR dal 1999, del suo atteggiamento al momento del secondo turno delle elezioni presidenziali, un accordo politico per le elezioni del 2004 sarebbe parziale e si disfarebbe all'indomani stesso di queste elezioni ; la campagna comune si limiterebbe alla dichiarazione d'intenti non abbiamo nessuna garanzia che il quadro che fissiamo sarà rispettato.

Noi abbiamo la responsabilità di non dare una legittimazione ad una politica che non approviamo e che consideriamo contraria agli interessi che difendiamo.

Nelle prossime scadenze elettorali che arrivano abbiamo interesse a presentarci sotto la nostra bandiera, e col nostro proprio volto, a difendere ed a verificare l'eco che trovano nelle classi lavoratrici alle quali ci rivolgiamo.

Di conseguenza, ci presenteremo soli alle elezioni regionali ed europee.

27 ottobre 2003